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Faenza : La chiesa della Commenda (Faenza). Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare in Provincia di Ravenna.

Informazioni storiche della Provincia di Ravenna

La chiesa della Commenda, dedicata a Santa Maria Maddalena, ha avuto fin dai primi tempi funzioni di ospizio per pellegrini diretti in Terra Santa. Il primo documento sicuro, che risale al 1137, la classifica come "Hospitale Sancti Sepulchri" Nel 1301 un documento deIl’Archivio Azzurrini collega la chiesa-ospizio all’ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. La chiesa è detta anche volgarmente “magione”, dal Francese maison, denominazione delle case dei cavalieri. Il titolo di Commenda le viene conferito ai primi del 1500 perché dîventa la sede amministrativa di altri beni dei Giovanniti. Nel 1505 è commendatario Fra Paolo Casali, faentino. Intorno al l 514 il Cardinale Giulio de’ Medici (il Futuro Papa Clemente VII), al quale in quanto cavaliere dell’Ordine era stata assegnata la Commenda di Faenza, vi rinunciò in favore dell’amico e confratello Fra Sabba da Castiglione.
Dal 1518/19, con la venuta di Fra Sabba, la Commenda attraverserà il periodo più significativo della sua storia. Nel 1540 oltre le funzioni di Ospizio e di piccolo centro culturale, diventa anche parrocchia. Ne] 1585 risulta commendatario Giulio Bravi promotore di restauri del Chiostro e nel 1651 Fra Annibale Pasi. Durante il XVII e XVIII secolo la Commenda segue le vicissitudini storiche delle altre parrocchie Faentine. Architettura e decorazioni
L'aspetto complessivo dell’edificio presenta una serie di sovrapposizioni non perfettamente armonizzate fra di loro, a causa del lungo arco di tempo (3/400 anni) in cui sono avventure. L'edificio come si vede oggi va datato intorno al 1100. Resti absidali ancora visibili Fanno supporre la precedente esistenza di un piccolo oratorio. Il campanile è tozzo e a base quadrata. Sul lato della strada presenta un loggiato con archi ogivali costruito probabilmente per reggere la spinta della volta, dopo che la primitiva era crollata. Segni di trasformazione si notano anche nella facciata, decorata da scodelle invetriate al culmine del timpano. L'interno è a navata unica con la volta abbassata poiché ricostruita dopo il crollo del 1300, probabilmente a seguito di terremoto. Sulla parete sinistra, in prossimità de|l’ingresso, de un affresco databile 1410-1420, e su quella destra, vicino all’altare, è visibile un altro affresco di scuola romagnola del 1403.
L'abside è decorata dal grande affresco di Girolamo da Treviso “il Giovane” (1497-1544), eseguito nel 1533 su commissione di Fra Sabba. Vi è raffigurata la Madonna in trono con in braccio il Bambino, fra Santa Maria Maddalena e Santa Caterina d' Alessandria; a Banco della Maddalena il San Giovanni Battista bambino e lo stesso Fra Sabba, inginocchiato, in divisa dell’Ordine. In alto, sul catino dell’abside, la figura del Padre Eterno fra un nugolo di angeli. Ai lati dell'affresco, a chiaroscuro, le figure dell’arcangelo Michele e di San Girolamo.
Sulla parete sinistra è situato il sepolcro di Fra Sabba, consistente in una lastra di arenaria colorata, con l'epigrafe in latino da lui dettata.
Le decorazioni a chiaroscuro sono di Francesco Men- zocchi di Forli (1502-1574) che lo ha ritratto in adora- zione del Bambino sulle ginocchia della Vergine, presen- tato da San Giuseppe, tra il Battista e la Maddalena. Ai lati le figure della Pietà, o Preghiera o Solitudine, c del Silenzio e i simboli delle arti militari e delle arti liberali.
Fra Sabba
Singolare e nobile figura di umanista amante della cultura e dell’arte, frate-cavaliere dell’Ordine Gerosolimitano, è Fra Sabba da Castiglione, il più illustre commendatario della Magione.
Nato nel milanese all’incirca nel 1480, studiö legge, filosofia e teologia all’università di Pavia.
Nel 1505 andò a Rodi ed entró nell’ordine dei cavalieri gerosolimitani. Dopo tre anni venne a Roma e conobbe i fasti delle corti romane nonché personaggi illustri come lo scrittore Pietro Bembo.
Nel 1517/18 Fu richiamato a Rodi assalita dai Turchi; poi, abbandonata la corruzione del mondo romano, venne a Faenza come commendatario di Santa María Mad- dalena tra la fine del 1518 e il febbraio del 1519. Quindi si dedicó a studi e opere di assistenza.
Amante delle arti e protettore degli studi, istitui una scuola pubblica gratuita per 13 bambini poveri, aprì un ospizio per pellegrini e raccolse libri, organizzando una biblioteca con importanti e preziosi testi. Raccolse opere d’arte‚ come il San Giovannino (già ritenuto di Donatello, poi assegnato, successivamente, a Desiderio da Settignano, Antonio Rossellino, Benedetto da Maíano), e altre sculture.
Volle dare anche una sede ai frati-cavalieri dell’Ordine ristrutturando nel 1525 il vecchio Chiostro. Esiste il documento dei lavori e delle spese in data 1-10-1525, nell’Archivio di Stato di Faenza. Il 22 ottobre 1529 ricevette la visita dell’amico Clemente VII, in viaggio verso Bologna ove Pattendeva la cerimonia di incoronazione di Carlo V. Malato, nel 1544 rinunciö al titolo di commendatario a favor: del pronipote Bartolomeo Righi. Poi, migliorata la sua salute, scrisse i Ricordi ovvero ammaestramenti, opera di grande pregio, tanto che tra il 1546 c il 1613 ebbe circa venticinque edîzioni. Dopo essere vissuto oltre trentacinque anni nella pace e nella solitudine della sua “Magione”, Fra Sabba da Castiglione morì il 16 marzo 1554.
Il chiostro
Costruito in antecedenza, ristrutturato e abbellito nel 1525 da Fra Sabba, nel secolo scorso fu manomesso per ricavarne abitazioni per molte Famiglie. Oggi sono conclusi gli importanti e radicali restauri che ne hanno ripristinato la bellezza originaria.
Il chiostro della Commenda torna così a essere uno degli angoli più suggestivi di Faenza. Attualmente è utilizzato come sede del Rione Bianco. La Sala degli Angeli, ora sala polivalente, costituisce un contesto adeguato a iniziative culturali.

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